Gli errori alimentari, lo stress, uno stile di vita errato (sedentarietà, dipendenze…) contribuiscono giorno dopo a peggiorare la percezione del nostro stato di salute: stanchezza, mancanza di tono, confusione mentale, sonno non ristoratore, doloretti che si accumulano….

Da diversi anni si parla di infiammazione alimentare o cibo dipendente: non si tratta di intolleranze, queste spesso sono il segnale – sintomo successivo, ma di una condizione mediata dal cibo e peggiorata dagli altri fattori sovracitati, che crea una condizione di infiammazione cronica, spesso silente, che interessa da principio il nostro intestino.

Nell’infiammazione alimentare  comincia in genere con un peggioramento dello stato della flora batterica eubiotica (la flora batterica amica, alleata della nostra salute immunitaria) a vantaggio di quella disbiotica (batteri responsabili di fermentazione, candide, cistiti…). Si può arrivare alla sindrome dell’intestino gocciolante, una condizione di permeabilità della mucosa intestinale, che permette a tossine ed aggressori di penetrarne le naturali difese, allertando il sistema immunitario intestinale, che reagisce difendendosi creando una condizione di infiammazione.

Da qui si può arrivare ad una condizione di problematiche autoimmuni, con il nostro sistema immunitario che non riesce più a distinguere ciò che appartiene al corpo e gli aggressori che provengono dall’esterno. Molti medici reumatologi stanno lavorando da diversi anni  con questo concetto per la prevenzione o il miglioramento  di problematiche come l’artrite reumatoide, il lupus, le patologie autoimmuni in gravidanza….

Nel percorso di riequilibrio alimentare si lavora assieme al cliente per mettere a punto un percorso, che senza stravolgere il proprio quotidiano, con l’aiuto dell’alimentazione, di tecniche di rilassamento, di integrazione mirata, possa garantire un’abitudine più sana, un miglioramento del senso di benessere generale, una prevenzione primaria efficace.